5G e rischi, come difendersi dalle nuove antenne che riempiranno (anche) i nostri parchi

Maurizio Martucci

Sa Defenza

Il 10 settembre e' partita l’asta per l’assegnazione delle frequenze del 5G, la nuova frontiera per ipercomunicazione di massa e comunicazione ubiquitaria. Si preannuncia un innalzamento esponenziale delle radiofrequenze (fino a 61 V/m) e decine di migliaia di nuove antenne pure in campagna e parchi. Per denunciare le possibili ripercussioni su ambiente e salute di uno tsunami di microonde millimetriche senza precedenti, ho scritto il libro d’inchiesta “Manuale di autodifesa per elettrosensibili. Come sopravvivere all’elettrosmog di Wi-Fi, Smartphone e antenne di telefonia. Mentre arrivano il 5G e il Wi-Fi dallo spazio” (Edizioni Terra Nuova). Nel libro scrivo di conflitti d’interesse, poteri della lobby, storture metodologiche, incongruenze e pericoli dell’Era elettromagnetica. Eccone un’anticipazione.


Per gestire milioni di dispositivi collegati contemporaneamente al di sopra di 10 gigabit al secondo, le nuove infrastrutture che l’Ita­lia s’appresta a installare prevedono “l’implementazione di piccole cellule” (cioè piccole antenne delle quali si ignora il numero e l’in­tensità del campo elettrico) che andranno a sommarsi alle attuali reti wirelessin uso presso il gruppo Telecom (complessivamente 17.000 siti operativi), Vodafone (altrettanti) e Wind Tre, la joint ven­ture nata dall’unione di Wind e H3G (ulteriori 26.000).

Tra i co­lossi delle telecomunicazioni nostrane, la media è presto fatta: in Italia ci sarebbero complessivamente 60.000 antenne di telefonia mobile. E le dichiarazioni dell’ex sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli non lasciano dubbi sul prossimo futuro (in Usa si prevede addirittura triplicheranno): “Il 5G costringe a riscri­vere vecchi e nuovi servizi secondo logiche nuove. È un passaggio epocale che cambierà le condizioni della nostra vita in quasi tutti i settori”. Anche Giovanni Ferigo (responsabile tecnologia Telecom Italia Mobile) annuncia grandi cambiamenti, promettendo “antenne ancora più innovative che con­sentiranno il raggiungimento di prestazioni inarrivabili rispetto alle attuali tecnologie mobili”.


(…) E per coprire a tappeto il territorio da testare, la sperimenta­zione del 5G si servirà di microcelle a bassa potenza, le “ancora più innovative” miniantenne Massive MIMO (dette pure antenne a grande scala) e BeamForming annunciate dal gruppo Telecom. Si tratta di router, tecnologie wireless in radiofrequenza che operano in sinergia: il BeamForming impiega trasmettitori e ricevitori che utilizzano lo standard MIMO (multiple-input and multiple-output), permettendo di indirizzare il segnale in una determinata direzione e rilevando contemporaneamente le interferenze di altri dispositivi wireless presenti nell’area; fa quindi confluire in modo “pulito” i dati sull’antenna Massive MIMO: “grazie all’uso di un numero molto elevato di antenne di servizio (ad esempio, centinaia o migliaia ) che funzionano in modo coerente e adattativo”. Cosicché le antenne ex­tra “ancora più innovative” del 5G “aiutano mettendo a fuoco la tra­smissione e la ricezione dell’energia del segnale in regioni di spazio sempre più piccole”.

In conclusione, molto probabilmente l’idea è di installare altre migliaia di microantenne sul tetto di ogni palazzo (o quasi) di Milano, Bari, L’Aquila e Matera, mettendo “circa 4 milio­ni di residenti” nelle condizioni di essere esposti “durante la ‘speri­mentazione’ a campi elettromagnetici ad alta frequenza con densità espositive e frequenze sino a ora inesplorate su così ampia scala”. Così l’Associazione di medici ambientali ha fatto richiesta di “una moratoria per l’esecuzione delle ‘sperimentazioni 5G’ su tutto il territorio nazionale sino a quando non sia adeguatamente piani­ficato un coinvolgimento attivo degli enti pubblici deputati al con­trollo ambientale e sanitario (Ministero Ambiente, Ministero Salute, Ispra, Arpa, Dipartimenti di prevenzione), non siano messe in atto valutazioni preliminari di rischio secondo metodologie codificate e un piano di monitoraggio dei possibili effetti sanitari sugli esposti, che dovrebbero in ogni caso essere opportunamente informati dei potenziali rischi”.


Non a caso, quando la Qualcomm (azienda californiana leader nel­lo sviluppo del wireless; fornirà anche TIM e Vodafone) nel feb­braio 2018 ha presentato il modem X50, “la soluzione integrata per poter dotare di connettività 5G i dispositivi più usati al mondo”, da San Diego si sono lasciati sfuggire che “le onde millimetriche non passano tramite le mani, e a seconda di come si impugna lo smartphone si potrebbe bloccare la ricezione”. Pertanto, durante le prove per la messa a punto del modem per il 5G, in “una sala da concerto con tantissime persone vicine pensavamo di avere grandi problemi di ricezione per via delle sedie e delle altre strutture, ma invece paradossalmente le onde millimetriche, rimbalzando sulla pelle e tra le persone, hanno migliorato e reso più efficiente la ricezione”. Avete capito bene? Hanno proprio detto così, “rim­balzando sulla pelle e tra le persone”!
Come si comporterà l’attuale ministro alla Salute Giulia Grillo, come porterà avanti l’attivismo pentastellato, impegnata a scongiurare l’irradiazione elettromagne­tica del Muos siciliano? Come potrebbe finire ce lo anticipa una notizia da Londra: aspi­rando a diventare la più grande città gigabit d’Europa, veniamo a sapere che 'migliaia di ‘miniantenne’ saranno installate sui lampioni dalla luce.

4 commenti:

  1. Quì si parla di microantenne BeamForming. In altre pagine web si parla del progetto BlueBeam. Ne parla anche Pier Giorgio Caria nei suoi video. Vuoi vedere che queste micro antenne non servono esattamente un bel nulla alla comune popolazione ma sono solo e semplicemente parte di una bella sorpresa che arriverà in tempi brevissimi?

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    1. Ciao...pensi che questo finto virus sia solo una copertura e che siano queste onde a provocare crisi respiratorie?

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  2. Quale sorpresa? L'aumento di leucemie e malattie neurodegenerative?

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