Diteci la verita’ sulle mascherine

CHI È QUESTO TIZIO?

Non c’è una legge che vieta di andare in giro con il viso coperto? Sì, c’è, la legge del 22 maggio 1975 lo proibisce. Le misure antiterrorismo (citato decreto-legge n. 144 del 2005, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 155 del 2005), hanno inasprito la legge n. 152 del 1975: la pena passa da sei mesi o un anno di reclusione a uno o due anni di reclusione e all’ammenda da 1.000 a 2.000 euro. Oggi però si impone l’opposto: Chi non si copre il viso rischia l’arresto e pesanti multe. La legge è ancora quella che era. E allora? 

Molte altre cose sono cambiate e si sono invertite.


Durante la fase calda dell’emergenza COVID19, alcuni si sono interrogati sulla funzionalità delle misure protettive di una mascherina che dovrebbe proteggere da un virus. A quel tempo si poteva dubitare e fare domande senza essere stigmatizzato come negazionista: Ha senso indossare una mascherina per proteggersi dal virus? Ci fa più bene o ci fa più male? 

Le risposte delle persone e delle istituzioni considerate competenti erano le seguenti:

Sul sito del Ministero della Salute, nella pagina dedicata al Nuovo Coronavirus, la risposta alla domanda quando la maschera deve essere indossata è stata: «L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda di indossare anche una mascherina solo se sospetti di aver contratto il nuovo coronavirus e presenti sintomi quali tosse o starnuti, oppure se ti prendi cura di una persona con sospetta infezione da nuovo coronavirus. L’uso della mascherina aiuta a limitare la diffusione del virus ma deve essere adottata in aggiunta ad altre misure di igiene respiratoria e delle mani. Non è utile indossare più mascherine sovrapposte. Inoltre, la mascherina non è necessaria per la popolazione generale in assenza di sintomi di malattie respiratorie».

Anche per Roberto Burioni stessa linea. Intervenendo sul tema su La Stampa scriveva: «Prima si diceva che le mascherine non servivano e ora servono. I virus sono piccolissimi, sono un centesimo delle dimensioni di un globulo rosso e in un millimetro cubo ci sono 4-5 milioni di globuli rossi, quindi passano attraverso qualunque cosa. Questo virus si trasmette attraverso delle goccioline che però hanno un raggio d’azione di un metro per le persone che stanno bene non c’è bisogno di mettere la mascherina. La deve mettere chi sta male. Non forniscono alcuna protezione dal coronavirus. Servono a non far diffondere il virus da parte di chi lo ha già contratto».

Ma anche Walter Ricciardi, membro dell’Oms e consigliere del governo, ha fatto sapere: «Le mascherina chirurgiche ai sani non servono a niente, il virus penetra attraverso la garza. Le mascherine di garza servono ad evitare ad esempio che cadano gocce di saliva del chirurgo. Non servono a proteggere i sani, ai sani non servono assolutamente a nulla. È solo una paranoia che la gente sana usa in maniera impropria. Esistono poi le mascherine FP2-FP3, che servono al personale sanitario e alle forze dell’ordine».

Vedi http://www.vita.it/it/article/2020/03/11/coronavirus-diteci-la-verita-sulle-mascherine/154375/

Oggi queste affermazioni non sono più valide. Cosa ha spinto questi “negazionisti” di allora a formulare le valutazioni completamente opposte di oggi.

Prima della cosiddetta pandemia, l’uso delle mascherine era destinato a un numero limitato di attività professionali e dovevano essere soddisfatti criteri chiari. L’uso di mascherine può causare problemi. Si sapeva e si diceva.

Oggi, in un periodo in cui tutti sono costretti a indossare le mascherine e molte persone hanno problemi di salute, sorge una domanda specifica: Che cosa succede alle tante persone che hanno problemi respiratori? Possono utilizzare le mascherine? E se è così, sono più protetti o sono ancora più a rischio? Sicuramente una tale misura dovrebbe essere ben esaminata.


Gli esperti cosa dicono? 

Sono presenti pochi studi riguardanti la valutazione della funzione respiratoria in pazienti con patologie respiratorie durante l’uso della maschera chirurgica o del facciale filtrante classe 2 o 3 (FFP2, FFP3) analoghi ai Respiratori N95 e N99, con o senza valvola. Sono presenti pochissimi studi sulla compromissione respiratoria in soggetti sani così come in soggetti che soffrono di condizioni respiratorie ostruttive durante l’uso di mascherine chirurgiche. Una preoccupazione particolare è che gli RPD potrebbero portare a disturbi respiratori o ad una esacerbazione acuta dell’asma.

(Citazione, vedi qui https://www.puntosicuro.it/sicurezza-sul-lavoro-C-1/coronavirus-covid19-C-131/la-prevenzione-del-disagio-termico-causato-dai-dpi-delle-vie-respiratorie-AR-20234/)

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UNA REALTA’ IGNORATA



dopo malattie cardiovascolari e tumori. L’incidenza di malattie respiratorie è in continuo aumento molto di questo è dovuto a fattori come inquinamento atmosferico e l’invecchiamento della popolazione.

L’ Asma colpisce circa 300 milioni di persone nel mondo, può insorgere a qualsiasi età. Ci sono nella lista di malattie respiratorie: bronchiectasie, broncopneumopatia cronica ostruttiva, enfisema, fibrosi polmonare, insufficienza respiratoria con cause varie, sindrome da apnee ostruttive del sonno, e molte altre situazioni che coinvolgono l’ apparato respiratorio – e non solo.

Tutti dobbiamo oggi indossare le mascherine – dentro e fuori e molti per molte ore – magari per mesi o addirittura anni? Porterà a un aumento delle malattie? Il buon senso, che alcuni hanno ancora, dice che l’aggravamento avverrà per chi è già malato, ma anche per chi non lo è.

Un fastidio fisico, un peso sul petto: è la sensazione che si prova indossando le mascherine di protezione (chirurgiche e FFP2). E il debito di ossigeno aumenta se si prova a fare una qualsiasi attività fisica … Questa sensazione di dispnea è facilmente risolvibile togliendo temporaneamente la mascherina e respirando liberamente. I pazienti con BPCO, così come i pazienti con asma e altre patologie respiratorie croniche e progressive, non hanno questa possibilità. 

“Quando promuoviamo campagne di sensibilizzazione sulle patologie respiratorie come la BPCO oppure l’asma– afferma Laura Mastrorillo, Presidente di Federasma e Allergie Odv – la difficoltà è fare comprendere a tutti cosa significa non respirare bene. È un gesto talmente naturale e automatico che viene dato per scontato. Portare le mascherine ha sicuramente reso più semplice comprendere quanto sia brutto e angosciante non respirare a pieni polmoni… Fonte citazione

Bene, la presidente ha qualcosa da dire sulla situazione attuale, oltre al fatto che gli asmatici ci stanno insegnando qualcosa? Le persone con problemi respiratori devono essere ulteriormente oppresse per proteggere se stessi e gli altri e indossare mascherine? 

Alcuni medici cercano di esonerare dall’obbligo della mascherina, ma poi cosa succede? Si rischia di essere denunciati, magari anche arrestati o picchiati dai propri concittadini. E chi non se la sente di affrontare questi rischi non potrà più lavorare e i bambini non potranno più andare a scuola. Come si può essere protetti da misure dannose che sono state dichiarate protettive? Cosa fare? Non resta che denunciare coloro che abusano e maltrattano e anche peggio. 


Ci sono altri aspetti non irrilevanti. Il fattore psicologico di indossare la mascherina è completamente ignorato, ma forse no. I responsabili della salute pubblica dovrebbero essere ben informati sulle conseguenze, in quanto hanno a disposizione esperti qualificati per la loro istruzione.

C’è un costante segnale di allarme e di pericolo attraverso l’uso di maschere, e il “clima” creato ha conseguenze complesse, di cui solo una piccola parte è qui menzionata.

Alcuni soggetti affetti da disturbi di ansia mostrano un disturbo d’ansia “respiratorio”, caratterizzato da un’attività respiratoria intensa durante un attacco di panico che è probabilmente legata ad un falso allarme di soffocamento proveniente dal Sistema Nervoso Centrale (Roberge et al. 2012a; Freire et al., 2010) e sono molto sensibili agli aumenti dei livelli di CO2 nell’organismo.

La risposta fisiologica abituale ad uno stress del genere “indipendentemente dall’evento scatenante, è una risposta simpaticomimetica provocata dal rilascio di neurotrasmettitori (ad es. catecolamine come l’adrenalina e la noradrenalina). Tale rilascio causa un aumento dell’attività metabolica che si manifesta con un’elevata frequenza cardiaca e respiratoria, palpitazioni, pressione sanguigna elevata, ecc. Una sensazione di calore associata a questi eventi può essere dovuta all’aumento dello sforzo respiratorio dovuto ad una maggiore resistenza respiratoria percepita del dispositivo, oppure all’aumento della sudorazione nel microambiente del facciale dovuto allo stress psicologico che potrebbe aumentare la temperatura di quella zona del viso. ( Citazione)


La misurazione di temperature elevate può essere influenzata dall’ uso della mascherina? 

E proseguono: È indispensabile che l’introduzione di tali dispositivi negli ambienti di lavoro (n.d.r. e solo qui era previsto) sia sempre accompagnata da un’attenta valutazione dell’accettazione e delle potenziali ricadute sulle condizioni ergonomiche dell’attività lavorativa svolta, prendendo in esame:


l’adattabilità dei DPI alle caratteristiche fisiche e alle condizioni individuali di tutte le lavoratrici e lavoratori, con particolare riferimento ai soggetti sensibili;

Un elenco non esaustivo di soggetti particolarmente sensibili per cui potrebbe essere richiesto di istituire procedure ad hoc relative all’uso del DPI delle vie respiratorie è di seguito riportato:


Gravidanza ( n.d.r. e fanno portare le mascherine perfino durante il parto)


Ipertensione e malattie cardiovascolari


Disturbi della coagulazione


Patologie neurologiche o assunzione di psicofarmaci


Disturbi della tiroide


Malattie respiratorie croniche ( sono tanti)


Claustrofobia o attacchi di panico. 

Fino a qualche mese fa era possibile discutere e informare. L’OMS aveva commentato gli aspetti critici dell’uso dei DPI facciali, che dovrebbero sempre essere attentamente monitorati nell’ambito della valutazione del rischio. Come sono controllati oggi i rischi associati a questo obbligo generale di utilizzo dei DPI? Si controlla semplicemente se li indossiamo o meno. Questo è tutto.

Rischi indicati sono 


Potenziale rischio di auto-contaminazione se non si provvede alla sostituzione di maschere inumidite o sporche;


Emicrania o difficoltà di respirazione in relazione alle caratteristiche individuali;


Sviluppo di lesioni cutanee o dermatiti o peggioramento di patologie dermatologiche;


Difficoltà di comunicazione verbale chiara, soprattutto per attività al pubblico;


Disagio termico, anche in relazione alle caratteristiche di suscettibilità individuale;


Difficoltà di comprensione della comunicazione verbale per persone con problemi uditivi per impossibilità di leggere il movimento delle labbra, anche in relazione alle caratteristiche acustiche dell’ambiente. Fonte citazione

Ovviamente l’elenco dei possibili e probabili e anche dei gravi problemi causati dall’obbligo della mascherina è molto più lungo. Chiunque ci costringe ad adottare queste misure per settimane, mesi e forse anni – le maschere non proteggono dai virus – deve essere consapevole della propria responsabilità e dovrà aspettarsi di essere incriminato.


Con riferimento al documento di



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