È il sogno proibito di tutte le case farmaceutiche. Una malattia che non c’è ancora, ma che deve per forza esistere, annidata là fuori da qualche parte, alla quale noi dovremo semplicemente dare un nome, una volta che l’avremo scoperta.
Per ora la chiameremo semplicemente malattia X.
Guardate cosa scrive «Eco Health Alliance», una organizzazione dedicata allo studio delle pandemie nel mondo. L’articolo si intitola «Malattia X: la prossima pandemia».
«A molte miglia dalla città più vicina, nascosto negli anfratti scuri di una grotta nella provincia Guangdong, lui aspetta. O forse si nasconde negli alti fogliami che avvolgono il fiume Kinabatangan. O forse giace dormiente in una delle migliaia di specie originarie dell’Amazzonia. E’ la malattia X».
Sembra l’inizio di film horror. E invece:
«Non è fantascienza, è la realtà. La malattia X è lo stupido nome dato alla minaccia estremamente seria che i virus sconosciuti rappresentano per la salute umana. Insieme alle febbri emorragiche come Ebola, Marburg, e Lassa, insieme ai virus encefalitici come MERS, SARS, e Nipah, alle malattie trasmettibili come la febbre emorragica del Congo, la febbre della Rift Valley o il virus della Zika, la malattia X è uno dei patogeni elencati di recente nella lista delle priorità dell’organizzazione mondiale della sanità.
Mentre abbiamo visto l’impatto che la maggior parte di queste malattie può avere – vi sono state grosse pandemie di SARS, Ebola, and Zikanegli ultimi 15 anni – non sappiamo che cosa posso fare di preciso la malattia X, perché ancora non conosciamo cosa sia.
Ci sono 1,67 milioni di virus sconosciuti su questo pianeta. Al meglio delle nostre stime, qualcosa fra i 631.000 e gli 827.000 di questi virus hanno la capacità di infettare le persone. Gli scienziati attualmente conoscono solo 263 virus che possono infettare la popolazione, il che significa che non sappiamo praticamente nulla del 99,96% delle potenziali minacce epidemiche»
Cioè praticamente, metti il numero ipotetico a qualche milione di miliardi, e poi scopri che conosci solo l’infinitesima parte di quel numero potenziale. Questa è la petitio principii, applicata alla scienza.
«Sappiamo però quali specie possono più facilmente trasportare la malattia X. Conosciamo le famiglie virali alle quali la malattia X probabilmente appartiene, e quindi quali tipi di virus possono più probabilmente esserle simili. Grazie alla nostra mappa globale con i punti caldi a rischio di pandemia, noi sappiamo in quali parti del mondo la malattia X abbia più probabilità di attaccare le persone».
Cioè, la malattia non esiste ancora, ma loro sanno già a quale virus assomiglierà, e soprattutto dove andrà a colpire.
«Ed è qui che inizia la nostra ricerca. Eco Health Alliance partecipa al Global Virome Project, un progetto visionario che intende trovare e studiare la grande maggioranza dell’1,67 milioni di virus ancora sconosciuti. La speranza è quella di riuscire a sapere tutto sulla malattia X prima che ci colpisca».
Sono sconosciuti, ma loro sanno già che sono 1,67 milioni. Un po’ come quando calcolavano le “cellule dormienti di Al Quaeda”, che nessuno sapeva dove fossero, ma che “erano almeno 5.000”
«La nostra missione è di dare un nome alla malattia X, per aiutare il mondo a prepararsi e a prevenire il suo arrivo fra gli umani. Oggi si trova probabilmente in una foresta a molte miglia di distanza dalla città più vicina, ma questo potrà cambiare rapidamente. Si stima che un virus respiratorio simile all’influenza possa raggiungere tutte le maggiori capitali del mondo nell’arco di 60 giorni. Sono la nostra esperienza e il nostro approccio multidisciplinare che si frappongono fra voi e la prossima epidemia»
Grazie a Dio che ci sono loro!
A questo punto, mi resta solo una domanda da fare: secondo voi, questo “prossimo virus” si annida veramente in una qualche foresta disabitata dell’Amazzonia, oppure si annida piuttosto in qualche laboratorio segreto di una grande casa farmaceutica?
Massimo Mazzucco, tratto da https://www.luogocomune.net/LC/21-medicina-salute/5073-e-in-arrivo-la-malattia-x
Ecco la pagina della OMS che elenca la malattia X fra le urgenze di cui preoccuparsi
Tra i numerosi partner di questa fantomatica associazione, figurano corporation come Boehringer Ingelheim, Colgate, Johnson & Johnson; università del calibro di Princeton, Tufts, California e organizzazioni come CDC e GHSA…
Elenco completo dei partner:
Boehringer Ingelheim, Colgate-Palmolive, Good Deed Seats, Harland Clarke, Johnson & Johnson, Cardiff University, Chittagong Veterinary and Animal Sciences University, Chulalongkorn University, Danau Girang Field Centre, Department of Ecology, Evolution, and Environmental Biology, Earth Institute Center for Environmental Sustainability, East China Normal University, John Hopkins Bloomberg School of Public Health, King Saud University, Princeton University, Ross University School of Veterinary Medicine, The Center for International Earth Science and Information Network, Tufts University Center for Conservation Medicine, University of California,
University of Free State, University of Pittsburgh School of Public Health, University of Pretoria, University of Wisconsin Nelson Institute for Environmental Studies, University of Wyoming, CDC Center for Disease Control & Prevention, Department of Veterinary Services, Malaysia National Institutes of Health, National Wildlife Health Center, Ministry of Health, Malaysia, NYC Department of Health, NYS Department of Environmental Conservation, Perhilitan, Sabah Wildlife Department, American Museum of Natural History, The Asian Nature Conservation Forundation, Convention on Biological Diversity, Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO), Future Earth, GHSA Global Health Security Agenda Consortium, International Union for the Conservation of Nature, Instituto de Pesquisas Ecologicas e Planetary Health Alliance
via Disinformazione
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