Il pericolo che viene dalle Auto-robot: possono essere usate come armi!





di Franco Iacch
I “veicoli autonomi” rischiano di essere trasformati in armi, costringendo i governi di tutto il mondo a bloccare le automobili gestite da compagnie straniere. È questo il monito lanciato da Qi Lu, direttore del programma di guida autonoma di Baidu, a margine del Consumer Electronics Show dell’inizio di gennaio (2018).


“Le preoccupazioni per la sicurezza dovrebbero diventare un problema per i produttori di automobili e le aziende tecnologiche globali, compresi gli Stati Uniti e la Cina. Non ha nulla a che fare con un particolare governo, ma con la natura stessa del sistema automatizzato. Hai un oggetto che è in grado di muoversi da solo. E quell’oggetto è per definizione un’arma”.


Baidu sta investendo molto in Apollo, il suo software open source per veicoli in grado di ricreare un ecosistema di guida autonomo. Da anni le industrie automobilistiche cercano di realizzare dei veicoli smart a guida autonoma, in grado cioè di processare le informazioni in tempo reale e prendere delle decisioni senza il supporto umano.L’obiettivo è quel famoso livello 5, ultimo stadio riconosciuto dalla Society of Automotive Engineers per le auto a guida autonoma. Nel livello 5, il conducente umano è totalmente escluso dal ciclo decisionale.




“I veicoli autonomi dovrebbero ridurre le vittime sulla strada, sia quelle causate accidentalmente, che intenzionalmente come un atto di terrorismo. In futuro, i mezzi fino ad oggi utilizzati intenzionalmente per colpire i pedoni si arresteranno in presenza di umani sul loro percorso. Nonostante i travolgenti benefici della guida autonoma, questi non avranno alcun effetto senza quel necessario dialogo tra aziende, autorità di regolamentazione e politica. Il modo in cui garantiremo la sicurezza sarà un lungo viaggio”.

Apollo è stato progettato come una piattaforma aperta, un ecosistema di guida autonomo in grado di supportare le principali caratteristiche e funzioni di un veicolo autonomo. Un software come Apollo richiede un modello di governance unico per essere efficace.
I sei livelli di guida autonoma

La Society of Automotive Engineers, ente internazionale di normazione nel campo dell’industria aerospaziale, automobilistica e veicolistica, ha stabilito sei livelli di guida autonoma che si basano sul grado di partecipazione umana a bordo.

Al livello 0 (no Automation), il coinvolgimento umano è totale anche se coadiuvato da sistemi di allarme e rilevamento. Al livello 1 (Driver Assistance), il conducente umano è supportato da informazioni basilari sull’ambiente di guida come il controllo della velocità adattivo ed il mantenimento della corsia. Al livello 2 (Partial Automation), accelerazione, frenata e sterzata sono automatizzate: il coinvolgimento umano è legato al monitoraggio dell’ambiente di guida. Al livello 3 (Conditional Automation), guida e monitoraggio del veicolo sono totalmente automatizzati, con conducente umano pronto a subentrare solo in caso di richiesta del sistema. Al livello 4 (High Automation), l’intelligenza artificiale gestisce ogni aspetto dell’ambiente di guida. L’intervento umano è necessario solo in particolari contesti come in caso di forte maltempo. Al livello 5 (full Automation), l’uomo a bordo è solo un passeggero. Il sistema di guida automatica è in grado di gestire tutte le situazioni, senza alcun tipo intervento umano.
Il rischio dei veicoli autonomi nell’era del terrorismo

Appare evidente che tutti i veicoli a guida autonoma dovranno essere protetti contro l’hacking per evitare che possano essere utilizzati in attacchi terroristici. L’FBI ha identificato questa nuova tecnologia come un game changerper le forze dell’ordine, che presenta nuove sfide ed opportunità nella lotta alla criminalità e al terrorismo.

Il timore principale è che tali sistemi automatizzati possano essere dirottati da operatori in remoto così come avvenuto nel 2011, quando i ricercatori dell’Università di Washington e San Diego riuscirono ad hackerare le automobili in modalità wireless.

La possibilità di pre-programmare un veicolo senza conducente, per consegnare un pacchetto (ad esempi, narcotici, armi o esplosivi) rimuove anche alcuni dei principali ostacoli al contrabbando di sostanze illecite sulla strada. Le auto senza conducente con esplosivo poi, potrebbero essere più vantaggiose di un’autobomba tradizionale.Tuttavia, i veicoli autonomi offrono anche una serie di potenziali vantaggi per le forze di sicurezza. Le auto senza conducente non riguardano solo il veicolo stesso, ma i suoi sensori di bordo ed i sistemi di navigazione. Le comunicazioni potrebbero consentire di rilevare automaticamente le auto senza conducente che si comportano in modo anomalo, allertare i servizi di emergenza ed intervenire a distanza per arrestare il veicolo in modo sicuro.

Più in generale, gli algoritmi di bordo potrebbero migliorare le tattiche di inseguimento oltre ad aumentare la capacità dei comandi di polizia di monitorare e coordinare più veicoli e ridurre i tempi di risposta. La proliferazione dei mezzi senza conducente, infine, potrebbe ridurre il terrorismo veicolare. Programmare un’auto senza conducente per svolgere tale compito potrebbe rivelarsi più difficile. Probabilmente sarebbero richieste abilità avanzate di hacking per scavalcare i sistemi all’interno di auto senza conducente, specificamente progettate per prevenire tali attacchi. Sarebbero necessarie abilità di hacking probabilmente superiori alle capacità della maggior parte dei singoli terroristi. L’industria automobilistica infine investirebbe enormi risorse per rendere i propri prodotti il ​​più sicuri possibile, grazie a misure software anti-manomissione e scongiurare contraccolpi di immagine potenzialmente fatali.

Fonte: http://www.occhidellaguerra.it/40701-2/

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