Hanno devastato le fasce di van Allan, lacerato l’ozonosfera, rese inabitabili zone del pianeta, uccise chi sa quante persone, danneggiato la fauna, la biosfera nel suo insieme. Mai si è davvero parlato pubblicamente delle conseguenze dei ‘test’ atomici. Anzi, la maggior parte della gente non si rende nemmeno conto quante detonazioni hanno dovuto subire il pianeta e i suoi abitanti. E certe domande non si fa. LE CONSEGUENZE SUL CLIMA DEI TEST NUCLEARI: PERCHÉ NON SONO STATE INDAGATE?
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All’inizio hanno cercato di minimizzare, come già accaduto in passato con Chernobyl (ndr e non solo – tutto il mondo è paese) . Poi la verità piano piano sta venendo a galla e le autorità di Mosca hanno dovuto ammettere che sì l’incidente nella base militare che si trova nella regione nord occidentale russa di Arkhangelsk ha alzato e di molto i livelli di radioattività.
E le farmacie di quell’area da due giorni registrano un boom di vendite di iodio che offre una, blanda, difesa per la tiroide che è il primo bersaglio delle emissioni. L’incidente dunque è stato molto più grave di quanto dichiarato all’inizio. Intanto i morti da due sono saliti a 7 ai quali si aggiunge un numero imprecisato di feriti. Non solo. In base alle informazioni che le autorità stanno fornendo seppure con il contagocce appare ormai fuor di dubbio che l’esplosione si sia verificata durante un test di funzionamento del missile a propulsione atomica Burevestnik. Proprio il missile di cui aveva parlato lo stesso Vladimir Putin lo scorso anno, annunciando trionfalmente il via libera ai test sul vettore nucleare. Peccato che molti di questi test siano finiti con un insuccesso durante o dopo il lancio…É anche trapelata la notizia che le autorità hanno interdetto l’accesso in una zona sulla costa, una baia che si affaccia sul Mar Bianco, per un mese. Provvedimento che induce il sospetto che anche l’acqua possa essere stata contaminata dall’ esplosione FONTE http://www.ilgiornale.it/news/politica/russia-almeno-7-morti-e-radioattivit-salita-1739052.html
Incidente nucleare in Russia, esplosione rilevata fino in Norvegia. Allarme radiazioni
Quattro stazioni del CTBTO – l’organismo indipendente che monitora i test nucleari – hanno registrato l’evento. Ora si teme che la radioattività abbia raggiunto l’alta atmosfera e sia stata trasportata lontano. Continua https://www.quotidiano.net/esteri/incidente-nucleare-russia-esplosione-1.4733616
Un nuovo studio
Test atomici degli anni ’50 hanno devastato il pianeta, la scoperta degli scienziati nelle profondità oceaniche
di R.Z.
Il carbonio radioattivo rilasciato nell’atmosfera a seguito dei test atomici condotti nel ventesimo secolo sono ancora rilevabili nelle profondità oceaniche. E’ quanto sostiene un team di ricercatori appartenenti all’American Geophysical Union secondo cui una moltitudine di crostacei, che popolano le profondità marine, hanno incorporato gli isotopi nei propri corpi. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulle pagine della Geophysical Research Letters. “Anche se le correnti oceaniche impiegano centinaia di anni per portare l’acqua contaminata nelle zone più profonde – evidenzia Ning Wang, geochimico presso l’Accademia cinese delle scienze di Guangzhou e responsabile dello studio – la catena alimentare è riuscita a colonizzare l’area molto più rapidamente”.
“In termini di sistemi biologici – ha aggiunto il collega Weidong Sun – c’è un’interazione molto forte tra la superficie e il fondo. Le attività umane possono influenzare i biosistemi anche fino a 11mila metri di profondità: dobbiamo stare attenti ai nostri comportamenti futuri”. I test sulle armi termonucleari condotti negli anni ’50 e ’60 raddoppiarono la quantità di carbonio-14 nell’atmosfera quando i neutroni rilasciati dalle bombe reagirono con l’azoto nell’aria. I livelli di questo “carbonio da bomba” raggiunsero il picco a metà degli anni ’60, e poi crollarono quando i test nucleari in superficie si fermarono. Negli anni ’90, i livelli di carbonio-14 nell’atmosfera erano scesi di circa il 20 per cento rispetto ai livelli pre-test. Wang e colleghi hanno analizzato degli anfipodi prelevati nella fossa delle Marianne, altri dalle acque profonde che circondano l’isola Mussau e altri ancora negli abissi del mare della Nuova Britannia, l’isola più grande dell’Arcipelago di Bismarck, appartenente alla Papua Nuova Guinea.
Isotopi nei tessuti muscolari
In tutti i campioni, pescati a diverse profondità – fino a 11 chilometri sotto il livello del mare – sono state rilevate tracce dell’isotopo nei tessuti muscolari. Analizzando il contenuto del loro intestino sono stati rilevati gli stessi livelli radioattivi presenti nella superficie dell’Oceano Pacifico. Questo, hanno spiegato i ricercatori, suggerisce che i crostacei si nutrono selettivamente di detriti che, dalla superficie marina, precipitano sul fondale. Lo studio, conclude Rose Cory, professoressa associata di scienze della terra e dell’ambiente presso l’Università del Michigan, “dimostra chiaramente che nessun luogo del nostro Pianeta, benché remoto, può esser considerato immune dalle conseguenze derivanti dalle azioni sconsiderate dell’uomo. Tutto ciò che facciamo, anche a distanza di tantissimi anni, può avere causare problemi ai delicati ecosistemi”, mettendo a rischio ogni uomo e donna sulla Terra, perché – non dobbiamo dimenticarlo – pesci e crostacei, in qualche modo, finiscono anche nei nostri piatti. FONTE
Tratto da http://www.nogeoingegneria.com/
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