Africa in fiamme, più dell’Amazzonia: incendi devastanti in Angola e Congo. Cosa sta succedendo?

I dati raccolti dai satelliti NASA indicano la presenza di incendi devastanti anche in Africa, in particolar modo in Angola e nella Repubblica Democratica del Congo. Negli ultimi giorni in questi Paesi sono stati registrati rispettivamente il triplo e il doppio degli incendi rilevati nella Foresta Amazzonica. Che cosa sta succedendo.

Credito foto: Weather Source

Gli incendi record che stanno squassando l’Amazzonia hanno catalizzato l’attenzione dei media e dei leader internazionali, eppure in Africa – nello specifico in Angola e Congo – negli ultimi giorni il numero di roghi è stato sensibilmente superiore rispetto a quelli registrati nel “polmone verde” della Terra. Le fiamme che stanno divorando questa porzione dell’Africa centrale non hanno praticamente ricevuto copertura mediatica, ma soprattutto non hanno destato reazioni solerti nella comunità internazionale. Basti pensare all’aspro confronto tra Macron e Bolsonaro sugli incendi nella foresta pluviale, trattati anche in seno al recente G7 tenutosi proprio in Francia, a Biarritz.












I dati. Per comprendere la portata del fenomeno in Africa è sufficiente verificare l’allerta dei roghi visibili sulle mappe dell’applicazione Global Forest Watch e su quella di FIRMS, entrambe basate sui dati raccolti dallo strumento MODIS (Moderate-resolution Imaging Spectroradiometer) installato sui satelliti Terra (EOS AM) ed Aqua (EOS PM) della NASA. In base alle analisi condotte da Weather Source, negli ultimi giorni sono stati registrati quasi 7mila roghi in Angola, 3.395 nella Repubblica Democratica del Congo e 2.217 in Brasile. Va sottolineato che quelli brasiliani non sono i soli roghi della foresta pluviale, dato che l’Amazzonia (che si estende per ben 7,7 milioni di chilometri quadrati) abbraccia anche Bolivia, Paraguay, Venezuela, Suriname, Guyana e altri Paesi del Sud America. Proprio in Bolivia si stanno registrando altri record di incendi. A rendersi conto della drammatica situazione africana sono stati semplici utenti interessatisi agli eventi in Amazzonia e alle mappe per verificare i roghi in tempo quasi reale.

Credito foto: Global Forest Watch

Analogie e differenze. Analogamente a quanto avviene in Amazzonia, gli incendi in Africa sono stati appiccati dall’uomo sulla base di un principio simile, ovvero quello del “taglia e brucia” per liberare terreni da dedicare alla coltivazione e all’allevamento del bestiame. La cenere depositata dopo i roghi, infatti, rende fertile il terreno e favorisce la crescita delle colture. Per contro, questo “trattamento” (legale o illegale a seconda delle circostanze) determina una più rapida erosione del terreno rendendolo rapidamente inutilizzabile, oltre che una significativa immissione di gas serra (come l’anidride carbonica) e altri inquinanti in atmosfera. I roghi in Africa centrale potrebbero riguardare non solo foreste, ma anche savane, praterie ed altri ecosistemi di tipo differente, con un impatto ecologico molto diverso da quello per la foresta pluviale. I roghi vengono appiccati sempre in questo periodo in attesa della stagione delle piogge, che inizia attorno alla fine di settembre. Macron ha dichiarato di seguire attentamente anche la situazione africana e sta esaminando “opzioni di intervento” analoghe a quelle intraprese per l’Amazzonia.





Andrea Centini



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