La Polizia Predittiva Cinese, che arresta le persone in base a un database.

 

10/12/2020 - Arriva da Human Rights Watch una delle notizie più importanti di questo 2020. Il gruppo di investigatori di violazioni dei diritti umani è riuscito ad entrare in possesso di un rarissimo leak

relativo ai prigionieri di un campo di internamento cinese. La lista fa luce, almeno parziale, sulle ragioni di detenzione di decine di Uiguri nei campi di prigionia cinesi.

Sulla base  dei documenti trapelati, HRW ha evinto come le autorità nella regione dello Xinjiang utilizzino una vasta rete di “polizia predittiva“, che tiene traccia delle reti personali degli individui, delle loro attività online e della vita quotidiana. L’elenco contiene i dettagli di oltre 2.000 detenuti uiguri detenuti nella prefettura di Aksu tra il 2016 e il 2018, tutti apparentemente imprigionati dopo essere stati segnalati dalla piattaforma integrata per le operazioni congiunte, nota come IJOP, che altro non è se non un enorme database.

“L’IJOP- scrive il Guardian–  è un enorme database che combina i dati personali raccolti dal monitoraggio online automatizzato e le informazioni inserite manualmente in un’app personalizzata dai funzionari. Comprende informazioni che vanno dalle caratteristiche fisiche delle persone al colore della loro auto e alla loro preferenza personale di utilizzare la porta anteriore o posteriore per entrare in casa, oltre al software che usano online e ai loro contatti regolari. La maggior parte di quelli sulla lista sono stati trattenuti per comportamento legale e non violento, ma alcuni sono semplicemente indicati come “segnalati da IJOP”, senza ulteriori informazioni su come le autorità hanno raggiunto una decisione con implicazioni così dolorose. I comportamenti elencati come motivo di detenzione includono l’essere “generalmente inaffidabili” e l’essere “nati dopo gli anni ’80”. Un uomo sembra essere stato arrestato per non aver pagato l’affitto sulla sua terra e altri per aver praticato la poligamia. Pechino inizialmente ha negato l’esistenza dei campi, ma più recentemente ha affermato che sono una parte vitale della lotta contro l’estremismo e il terrorismo”.

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