Shell ha intenzione di abbandonare sul fondale marino del Mare del Nord una grossa quantità di rifiuti radioattivi. La richiesta da parte del noto colosso del petrolio è stata avanzata alle Istituzioni europee, che adesso devono valutare se concedere o meno una deroga alla legislazione vigente.
Si tratta di 64 celle di calcestruzzo che facevano parte delle piattaforme di perforazione offshore (in mare), ognuna con una dimensione pari a 7 piscine olimpioniche. In molte di queste sono presenti ancora sostanze oliose e sedimenti contaminati dalle attività estrattive. Robert Armor, dell’Autorità per il petrolio e il gas, ha dichiarato:
Parte del problema è che alcuni materiali sono radioattivi. Sono stati prelevati dalle profondità sotterranee e il cemento dove questi materiali sono racchiusi è fragile.
I materiali di scarto che generalmente si formano durante le attività di perforazione sono altamente radioattivi, parliamo di particelle di uranio, torio e radio. Questo genere di rifiuti sono collegati a tutta una serie di rischi per la salute: ad esempio se inalati o ingeriti possono generare gravi malattie come il tumore alle ossa.
Shell pensa che lasciare queste sostanze al loro posto sia la cosa più sicura da fare, una convenzioni però attaccata duramente dagli ambientalisti che non si fidano delle informazioni rilasciate dall’azienda, definite “insufficienti”. Lyndsey Dodds, a capo della politica marittima del WWF, ha dichiarato:
La proposta di non ritirare i calcestruzzi nel tempo provocherà un nuovo danno da parte delle trivelle. Il rischio di contaminazione da idrocarburi e altri contenuti del calcestruzzo, inclusi eventuali materiali radioattivi, nell’ambiente marino è alto
fonte: https://www.greenstyle.it/rifiuti-radioattivi-shell-vuole-abbandonarli-nello-oceano-292527.html
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