Molti si chiedono qual è il momento migliore della giornata per esporsi al sole così da assorbire tutti i benefici della luce solare e produrre il maggiore quantitativo di vitamina D
. La risposta a questa domanda lascerà quasi tutti a bocca aperta dato che siamo stati abituati a pensare proprio l’opposto. Le recenti ricerche scientifiche vengono in nostro soccorso e spiegano chiaramente come stanno le cose sfatando i vecchi miti sull’esposizione al sole.
Esporsi al sole è il metodo naturale per produrre la vitamina D di cui il nostro corpo ha bisogno. Come ci saremmo accorti, la modernità ha spostato l’essere umano a passare il 99% del suo tempo in ambienti chiusi riparato dalla luce solare naturale. Questo sta portando a carenze gravissime nella popolazione con conseguenze che vanno dalla depressione al cancro all’Alzheimer.
Tuttavia è importante ricordare che i benefici della luce solare non riguardano esclusivamente la produzione della vitamina D dato che i raggi ultravioletti sulla pelleinnescano molte razioni chimiche tra cui la produzione endogena di perossido di idrogeno, che potenzia l’attività dei linfociti T e il loro potere antiossidante; l’ossido nitrico che protegge il cuore e normalizza la pressione sanguigna; e migliora la funziona digestiva grazie alla serotonina.
I benefici della luce solare e della vitamina D sono tanti e possiamo riassumerli come segue:
Riduce notevolmente il rischio di cancro
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Rafforza il sistema immunitario
Previene influenza, infezioni, virus
Migliora l’umore e allontana la depressione
Riduce l’infiammazione
Contrasta le malattie autoimmuni e degenerative come la Sclerosi Multipla e l’Alzheimer
Favorisce il testosterone e la fertilità maschile
Migliora la gravidanza e lo sviluppo del bambino
Protegge il cuore, riduce il rischio di infarto e abbassa la pressione alta
Migliora il sonno
Ripara il DNA
Allontana l’emicrania
Previene e contrasta il diabete, insulino-resistenza, soprappeso e obesità
Migliora la calcificazione delle ossa e previene l’osteoporosi
Normalizza la funzione tiroidea
Rafforza le pareti intestinali contrastando le intolleranze alimentari
Il migliore momento della giornata per stare al sole
Ti verrebbe da dire al mattino e al tardo pomeriggio quando il sole non scotta, in realtà è l’opposto come diverse ricerche dimostrano. I ricercatori hanno pubblicato uno studio sulla rivista Internal Journal of Dermatology spiegano che nella luce solare sono presenti i raggi UVA che possono produrre il carcinoma della pelle e i raggi UVB che stimolano la produzione di vitamina D. Con l’aumentare della latitudine il rapporto UVA/UVB cresce e quindi il rischio di esporsi al sole è maggiore, mostrando quindi che il rischio di carcinoma è minore vicino all’equatore e più elevato ai poli.
Tuttavia esiste un momento della giornata in cui abbiamo il massimo di raggi UVB e un minimo di raggi UVA ed è mezzogiorno! Avere una esposizione alla luce solare nelle ore centrali della giornata per una durata che non comporta scottature e senza crema solare permette di massimizzare la produzione di vitamina D e di ottenere tutti i benefici della luce solare minimizzando il rischio di carcinoma della pelle.
Per quanto riguarda l’Italia si hanno più giorni di sole alto all’orizzonte rispetto al nord, ovvero essendo la latitudine più bassa hanno più raggi UVB e meno raggi UVA rispetto al nord, e quindi più possibilità di produrre vitamina D. Non è un caso infatti che nel sud Italia i tassi di cancro sono inferiori rispetto al nord Italia: l’incidenza per tumori passa dai 398 casi per 100.000 abitanti in un anno per la Valle d’Aosta e per il Friuli Venezia Giulia, ai 190 casi per 100.000 abitanti per la Calabria e per la Sicilia.
E’ importante ricordarsi che i raggi UVA sono presenti quando il sole è basso all’orizzonte, non stimolano abbastanza la produzione di vitamina D e paradossalmente sono quelli che fanno abbronzare di più (e quindi scottano la pelle).
Chi ha la pelle chiara produce vitamina D più velocemente di chi ha la pelle scura
Infatti chi ha la pelle chiara, soprattutto noi europei dopo la stagione fredda, quando si espone al sole d’estate la produzione di Vit D è ingente e pari a 10.000 UI in 20-30 minuti don il 90% del corpo esposto (ovvero in costume). Chi ha la pelle scura o man mano che ci si abbronza la produzione di vitamina D cala drasticamente: per produrre la stessa quantità di vitamina D gli ci vuole 6 volte di più (quindi 2-3 ore). Ovviamente chi è di origine africana e la pelle è molto scura possono richiedere anche più ore per produrre una quantità giornaliera di vitamina D. Questo è infatti un meccanismo intelligente dell’evoluzione per avere sotto controllo una produzione ottimale di vitamina D.
Quanto tempo esporre la pelle al sole evitando scottature
Man mano che la pelle si abbronza il tempo a cui possiamo esporci senza scottarci si allunga, mentre all’inizio bisogna stare attenti ed evitare di esporsi troppo. Per questo motivo non si può dare una tempistica generale anche considerato il fatto che ognuno di noi ha una carnagione diversa.
Il riferimento di tempo è quindi il seguente: l’ideale è esporsi per un tempo pari alla metà di quello che impiegheresti per scottarti. Se non hai idea di quanto ti ci vuole per scottarti basta che fai attenzione alla sensazione della pelle: quando comincia a diventare rossa è ora di girarsi dall’altro lato e poi quando anche l’altro lato ha raggiunto il suo tempo coprirsi con la maglietta.
Come ridurre il rischio di cancro della pelle beneficiando dell’esposizione al sole
Un fattore di rischio importante per ilmelanoma è la sovraesposizione alle radiazioni UV sia da sole sia da lettini abbronzanti o lampade dirette. Questa preoccupazione è esagerata se si considera che per ogni singola morte di cancro alla pelle, da 60 a 100 persone muoiono di ictus o malattie cardiache legate a ipertensione. La luce solare e la vitamina D proteggono il cuore e abbassano l’ipertensione e riducono il rischio di morte per qualsiasi causa. Quindi il sole offre più benefici che rischi per la salute.
Questo non significa che non si devono prendere le giuste precauzioni per evitare scottature a tutti i costi. Il Dr. Mercola afferma: “In spiaggia è meglio portare vestiti a maniche lunghe e un cappello e coprire la pelle appena comincia a diventare rossa. Se si ha la pelle molto chiara non è necessario passare ore sotto il sole ma basta qualche decina di minuti per raggiungere il livello di esposizione necessario. Ottimizzare i livelli di vitamina D può richiedere infatti pochi minuti sotto il sole con l’abbigliamento minimo. Anche gli altri effetti sulla salute associati all’esposizione al sole al di là della produzione di vitamina D sembrano essere abbastanza ad azione rapida.”
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Dal 1935 ad oggi i casi di melanoma sono aumentati dall’essere 1 su 100.000 persone all’anno a 23 su 100.000, soprattutto per chi lavora in ambienti chiusi. Poiché l’esposizione al sole è diminuita nel complesso, alcuni ricercatori affermano che la causa sia da ricercare nella carenza di vitamina D, nell’insufficiente esposizione al sole e nell’assorbire la luce solare solo dai filtri delle finestre e della crema solare che filtrano alcuni raggi e fanno passare altri.
In secondo luogo, coloro che sono per lavoro esposti alla luce solare non hanno un aumento del rischio di melanoma. Le ragioni possono includere che il corpo ha molti modi per proteggere contro il melanoma, come l’abbronzatura, l’ispessimento dello strato esterno della pelle e la produzione di vitamina D.
In terzo luogo, indossando la crema solare quando non vi è alcun pericolo di scottature in realtà aumenta il rischio di melanoma.
Le cose importanti relativi all’esposizione solare è che dovrebbe essere regolare in modo che il corpo si adatta gradualmente aumentando e diminuendo dosi UV, evitando le scottature ed esponendosi nel mezzo della giornata in cui il rapporto UVB/UVA è più alto.
L’esposizione al sole ed alti livelli di vitamina D sono stati associati con un minor rischio di molti tipi di malattie. Molti dei benefici per la salute di esposizione al sole sono dovuti alla produzione di vitamina D. Tuttavia, alcuni effetti benefici sono dovuti a fattori che prescindono la vitamina D, tra cui il rilascio di ossido di azoto, l’agevolazione delle attività all’aria aperta e la modulazione dell’espressione genica. La ricerca è in corso per risolvere i vari effetti di esposizione al sole e vitamina D sui risultati sanitari.
Nel frattempo, sembra ragionevole trascorrere una moderata quantità di tempo al sole quando l’angolo di elevazione solare è maggiore di 45° che avviene durante l’estate vicino al mezzogiorno. Gli integratori di vitamina D possono anche essere assunti per aumentare il livello sierico di questa vitamina soprattutto in inverno. Il livello di vitamina D salutare deve essere superiore a 30 ng / ml, ma per avere un effetto protettivo dal cancro e terapeutico deve essere oltre i 40 ng / ml (100 nmol / L).
La crema solare, vitamina D e cancro
Avere la crema solare impedisce la produzione di vitamina D. Il Prof. Michael Holick, del Boston Univeristy Medical Center, in occasione del Congresso “Vitamina D e patologie del Metabolismo Osseo in Pediatria” svoltosi a Pisa il 17 maggio 2013 ha spiegato che una protezione solare con fattore 30 riduce la capacità di sintesi della vitamina D di circa il 95-98%.
Ustionarsi o bruciarsi al sole distrugge la vitamina D. Il Dott. Claudio Sauro, il maggiore esperto italiano di vitamina D, spiega: “Io non ho mai usato creme ne altri prodotti e mi sono abbronzato notevolmente: ogni volta che c’è un bel sole lo prendo (e senza creme). Ciò che distrugge la Vitamina D non è stare troppo al sole ma l’infiammazione: se vi scottate i processi infiammatori che si innescano distruggono la Vitamina D. Ma questo accade soprattutto se avete la pelle chiara. Un negro del centrafrica può prendere anche tre ore di sole e produrre Vit D, non ne produrrà tanta ma ne produce. Così pure voi più siete abbronzati meno facilmente andrete incontro a scottature e continuerete a produrre Vit D. Sia chiaro, lo ripeto, sono i processi infiammatori che si innescano a livello cutaneo (cioè le scottature) che possono distruggere la Vit D, ma se voi non vi scottate continuate a produrla. Con l’abbronzatura è la melanina che si forma nella pelle che fa da schermo alla produzione di Vit D; la melanina è quella che da l’abbronzatura. Pertanto la produzione di Vit D cala a mano a mano che vi abbronzate, l’importante è non scottarsi, cioè prendere il sole con molta gradualità e non serve nessuna crema.”
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