Piramidi. Le centrali elettriche dell’antico Egitto e la tecnologia di Nikola Tesla

La Grande Piramide di Giza è stata una antica centrale di energia? Secondo alcune ricerche le piramidi sfrutterebbero una tecnologia
simile a quella realizzata da Nikola Tesla con la Wardenclyffe Tower a Colorado Springs. Le piramidi sarebbero infatti realizzate con una serie di materiali conduttori ed isolanti, oltre ad essere costruita su un terreno che presenta un elevato tasso di radioattività naturale e correnti telluriche. La conversione di questa energia forse combinata con le radiazioni cosmiche attraverso la punta in oro della piramide potrebbero essere state in grado di produrre energia.


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L’idea che le civiltà in tutto il mondo si siano evolute da uno stato primitivo, verso una più avanzata è qualcosa che gli studiosi principali hanno cercato di attuare e mettere come la verità ultima nella nostra società, nelle scuole e nei libri di storia. Tuttavia, questo non è il caso come numerosi ricercatori in tutto il mondo suggeriscono. Infatti, le civiltà antiche erano molto più avanzate di quanto crediamo.


Guardando ai riferimenti storici che si possono trovare in numerose civiltà antiche in tutto il mondo, troveremo numerosi modelli e dettagli che raccontano una storia diversa da quella imposta dai libri di scuola.

Di seguito si trova una descrizione molto avvincente che consiglio di seguire con la visione dei video a fine articolo.

“Come avevamo già ipotizzato, erano molto probabilmente delle immense centrali di energia ad altissimo voltaggio. Lo si può intuire già dalla forma, che è infatti piramidali; le guglie o le punte attraggono energia, poi non dimentichiamo che i “piramidion”, cioè le punte originariamente poste in cima alle piramidi, erano rivestiti di oro e si sa che questo metallo è il miglior conduttore di elettricità al mondo. Per quanto riguarda la struttura interna delle piramidi, quello che oggi sappiamo è come costituite: una grossa galleria con due camere più una sotterranea per quanto riguarda la Piramide di Cheope, mentre tutte le altre ne hanno solo una, più quella sotterranea. Ognuna di queste cosiddette camere è priva di ogni iscrizione e dei tipici dipinti tombali come li osserviamo nel resto dell’Egitto: non ce ne sono mai state, come d’altronde neanche nel megalitico Tempio a Valle della Sfinge.

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 La Piramide di Cheope è la più interessante: al suo interno la Camera del Re è larga solo poco più di 5 metri e lunga 10 e mezzo, dalla quale vi si accede attraverso un condotto alto poco più di un metro. Mentre quello che si dice sia il sarcofago di Cheope è alto 1,05 m e largo 98 cm. A stenti sarebbe potuto passare, soprattutto nella parte iniziale della galleria di ingresso larga appena 97 cm; non sarebbe neppure entrato, figuriamoci accompagnato poi dai suoi sacerdoti che avrebbero dovuto strisciare inginocchiati!

Quindi per quale motivo gli Egizi avrebbero edificato dei condotti così ridotti per il passaggio di un corteo funebre e una camera mortuaria di un re senza lasciare nessuna iscrizione o pittura sulle pareti? La nostra risposta l’avevamo già accennata, ed è che non si tratta affatto di tombe ma di un complesso di potentissime centrali di energia. Ancora non siamo certi di che tipo di energia si trattasse, forse atomica, forse elettrica, magnetica, o forse altro, ma una cosa è certa, che in questa terra, ancora prima dei faraoni, si faceva uso di questa energia, tramandata poi al popolo egizio arrivato successivamente. Infatti se si visita uno di questi siti, la cosa che colpisce è che non c’è traccia di fuliggine o di torce con i rispettivi appoggi; né nelle piramidi, né nelle tombe le pitture risultano annerite dal fuoco.

La nostra risposta, come del resto affermano quei pochi studiosi di archeologia che hanno il coraggio di dire la verità, è che questo popolo con i suoi predecessori faceva normalmente uso di questa energia sconosciuta per illuminare i propri templi, per far funzionare probabilmente congegni elettrici e meccanici, o chissà quali altri grandiosi meccanismi a noi sconosciuti e magari ancora sepolti e nascosti nelle profondità del deserto o delle piramidi e dei templi stessi. Cosa comunque che non ci è ancora dato sapere. Erano quindi le piramidi la fonte di energia dell’antichità. Forse non una, ma probabile che siano tutte e tre insieme ad agire e far parte di un unico complesso, come un unico monumento collegato da una serie di tunnel scavati al di sotto della base dei tre colossi. La Piramide di Cheope sembra quella principale: dalle varie raffigurazioni che della sezione interna che si hanno a disposizione, si sa che esiste un tunnel di entrata, come abbiamo accennato, largo 97 cm, che dopo parecchi metri si trasforma nella grande galleria lunga più di 38 m con un soffitto a spioventi alto 8,53 m circa e più stretto in cima la cui forma ricorda quella di un trapezio. Ma come faceva a funzionare questa centrale energetica? La risposta è lo Zed. Lo troviamo raffigurato in tutte le pitture, è uno dei simboli più sacri dell’antico Egitto. E’conosciuto anche come la Colonna Dorsale di Osiride ed ha la forma di un pilastro con in cima dei pioli orizzontali che talvolta sono tre, quattro o cinque. Recentemente si è scoperto che uno Zed è situato nel cuore della Piramide di Cheope.

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Secondo l’ingegnere italiano Mario Pincherle, il quale lo ha raffigurato per primo nella sezione interna della piramide, l’enorme pilastro in origine era posto in cima allo Ziggurat di Babilonia in Mesopotamia; sempre secondo lo scienziato, dopo un lungo peregrinare per India e Persia arrivò in Egitto dove fu collocato sulla sommità della piramide a gradoni di Zoser. Dopodichè lo Zed fu messo all’interno della Piramide di Cheope dove tutt’oggi risiede. Secondo noi è vero che lo Zed si trova nella piramide, ma non poteva in nessun modo appartenere allo Ziggurat di Babilonia dal momento che, come lo stesso ingegnere afferma, l’origine del pilastro e della piramide stessa, risale all’epoca antidiluviana, più di 12mila anni, mentre la cultura babilonese è più recente, risale al 2000 A.C. circa; anche perché lo Zed fa parte della struttura stessa della piramide ed è stato inserito durante la costruzione. Al di sopra della Camera del Re, sono posti cinque enormi lastroni di granito messi in orizzontale, uno sul’altro separati tra loro da camere di scarico; questa è la parte alta del pilastro. Al di sotto appunto c’è la Camera del Re dove si trova il “sarcofago” anch’esso in granito, si puo dire che questo sia il cuore dello Zed, mentre il resto del pilastro continua al di sotto verso la base della piramide. E’ del tutto simile ai condensatori elettrici odierni, è come un enorme traliccio dell’alta tensione. Sempre guardando la sezione interna della piramide si può vedere che proprio a lato dello Zed, ma più in basso, è situata la “Camera della Regina”, larga solo 6 m per 5, anche questa priva di pitture e iscrizioni e sarcofago, ma che presenta solamente nel muro una specie di nicchia che somiglia ad una falsa porta a forma di trapezio.

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La cosa interessante è che, sia lo Zed che la vasca del sarcofago sono in granito, un materiale che conduce elettricità, perché nel granito c’è un’alta concentrazione di cristalli di quarzo, che come ben sappiamo hanno proprietà piezoelettriche; infatti tutti gli oggetti elettronici che conosciamo oggi contengono quarzo.
Le misure della vasca del sarcofago, come avevamo detto prima, esternamente sono di 2,28 m di lunghezza per 98 cm di larghezza, mentre lo spazio interno è di 68 cm per 1,98 di lunghezza: misure importanti perché sono quasi le stesse della celebre e cosiddetta “Arca dell’Alleanza” tanto citata nella Bibbia. Questa cassa la quale conteneva le Tavole della Legge di Mosè e la Verga di Aronne, era fatta di legno d’acacia e rivestita d’oro con in cima due cherubini. Nell’Esodo si affermava che chiunque la toccava moriva folgorato. Infatti l’unico modo per trasportarla era con due bastoni di legno infilati nei quattro anelli sui lati. Dai recenti studi si è concluso che doveva essere un generatore elettrico, o di un altro tipo di energia sconosciuta, capace di produrre terribili scariche da circa 700 volt. Quindi l’Arca (generatore) in oro, veniva messa al suo posto, nella vasca del sarcofago in granito, che azionandosi conduceva l’energia a tutto lo Zed anch’esso in granito, che amplificava la forza, il tutto aiutata dal Piramidion in oro in cima alla piramide che attraeva ulteriore energia dall’alto (probabilmente cosmica), ed il gioco era fatto! Il tutto poi protetto dagli enormi blocchi interni ed esterni della piramide, che guardacaso sono in calcare, un materiale isolante. Mentre i piccoli condotti che partono dalle due camere verso l’esterno servivano forse da sfiatatoi. Come avevamo gia detto nell’articolo della Terra Cava e nella rubrica Simbolismo, lo Zed, oltre che a trasformare gli impulsi elettrici da bassa tensione ad alta, fungeva anche da antenna o altoparlante, infatti su alcuni papiri della IV Dinastia si legge “…se da un mondo fermo qualcuno avesse voluto comunicare con l’uomo terrestre, avrebbe dovuto farlo attraverso lo Zed…”.O ancora, nelle antiche scritture si racconta che Ulisse potè sentire le parole della madre morta dall’Ade attraverso lo Zed. Anche per quanto riguarda l’Arca dell’Alleanza la Bibbia afferma che per mezzo della stessa Dio parlava ai suoi fedeli; quindi mettendo insieme le due cose si intuisce che anche quest’ultima aveva molte finzioni, un po’ come i computer di oggi, oltre che a creare energia fungeva anche da radio e lo Zed amplificava il tutto come un enorme altoparlante. Forse fu proprio per questo motivo che gli Egizi inseguirono gli Ebrei nel deserto; forse perché qualcuno portò via qualcosa di così potente e prezioso per la sopravvivenza di un popolo, fino ad essere considerato sacro.

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Una delle prove più eclatanti riguardanti l’energia nell’antico Egitto si trova a Dendera nel tempio della Dea Hathor, qui in una cripta (oggi stranamente chiusa al pubblico), si trovano scolpite su una parete le famose cosiddette Lampade di Dendera. Come al solito gli archeologi scettici non credono che si tratti di oggetti tecnologici e attribuiscono la scena ad un rituale sacro. Sicuramente è sacro, data l’importanza degli oggetti raffigurati, ma nella scena si vedono chiaramente due persone che sorreggono due grossi oggetti del tutto simili a grosse lampade con tanto di cavo elettrico che finisce in una specie di scatola, (forse un generatore) come l’Arca dell’Alleanza ma in scala ridotta, come se si trattasse di un piccolo generatore di corrente elettrica; a sorreggere la punta della lampada uno Zed, anch’esso in scala ridotta. Anche qui sembra proprio che questo pilastro serva ad amplificare l’energia per le lampade, infatti il cavo prima di finire nel “generatore”, passa prima sotto lo Zed. All’interno del bulbo, si può chiaramente vedere una specie di serpe, che rappresenterebbe i filamenti luminosi della lampada, simili alle lampadine odierne. Probabilmente Lo Zed della piramide era la centrale elettrica principale, mentre nel resto del paese, come abbiamo visto dai bassorilievi, ce ne erano altri più piccoli alimentati da quello principale, o da altri piccoli generatori indipendenti, simile le centrali elettriche e tralicci che distribuiscono energia dei giorni nostri. Sicuramente era proprio per questo che lo Zed era tra tutti i simboli ritenuto il più sacro, il suo significato era quello di “potenza”, come la potenza dell’energia che emetteva.”www.dionidream.com

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